RITROVAMENTO DEL RELITTO DELLA USS LST-318

 

Importante ritrovamento lungo la costa settentrionale della Sicilia.

La nostra Pro Loco è orgogliosa di comunicare il risultato di una ricerca portata a termine dal nostro presidente, appassionato di storia del territorio e di ricerche militari, con l’apporto di un nostro compaesano, istruttore del PADI (Professional Association of Diving Instructors), una delle organizzazioni di istruzione alla subacquea più grandi al mondo.

In un nostro colloquio, che abbiamo appositamente organizzato e che di seguito riportiamo, scopriamo come sia arrivato a questo risultato.

La curiosità, insita in ogni uomo, spinge il bambino alla scoperta del mondo intorno a sé; se gli stimoli sono sufficienti e le risposte incoraggianti ecco che la voglia di conoscere e capire si trasforma in vero e proprio interesse. Posso dire che questo mi ha spinto a coltivare le mie passioni e, utilizzando dapprima i documenti cartacei, che per fortuna a casa mia abbondano, e poi i mezzi tecnologici, la mia voglia di sapere si è trasformata in vera e propria ricerca.

Da sempre ho raccolto ogni tipo di informazione diretta e indiretta riguardante il mio territorio, col passare del tempo ho dovuto classificarle per poterle ordinare ed elaborare. In particolare mi sono appassionato al periodo della seconda guerra mondiale, ovviamente a quei fatti che hanno interessato i Nebrodi tra il 1941 e il 1943. Non potevo immaginare quante informazioni e quanti eventi storici, quasi dimenticati, erano lì ad aspettarmi! Tra questi oggi vi parlo di un importante ritrovamento (o forse sarebbe meglio parlare di identificazione) riguardante un relitto che giace nei fondali del nostro mare.

Dalla cronaca degli eventi bellici e da riscontri documentali, sono riuscito a stilare un elenco di possibili relitti che dovrebbero trovarsi nei pressi della nostra costa. Il più importante è quello di una nave statunitense impiegata nell’Operazione Husky: l’USS LST-318 (Tank Landing Ship), una nave da sbarco di notevoli dimensioni.

Da quando gli archivi mondiali sono stati messi a disposizione di storici e curiosi, mi sono sempre più sorpreso a trovare conferme delle mie intuizioni e dei racconti di pescatori locali e di non ben definite bonifiche, finché, confidando nella bontà delle mie ipotesi e delle mie tesi, mi sono messo alla ricerca di qualcuno che le potesse confermare in maniera certa e diretta sul campo.

Non poteva esserci persona più competente e adatta di Carmelo La Monica (per noi Melino), istruttore subacqueo internazionale del PADI che vive in Lombardia e opera in tutto il mondo, nostro compaesano e, per la sua passione, grande conoscitore del nostro mare.

Inizialmente sorpreso dalla mia richiesta, perché, come tanti altri sub, conosceva benissimo il relitto ma, a causa del notevole insabbiamento che interessa tutta la nostra costa, non aveva mai immaginato si potesse trattare di una nave così grande, si è appassionato tanto da scomodare tutti i suoi contatti e tuffarsi anche lui nella ricerca, prima di arrivare alla conclusione che entrambi auspicavamo.

Così dapprima abbiamo scoperto, attraverso le slides di una lezione di un corso sui relitti militari tenutosi ad Ustica nel 2012, che l’archeologo Subacqueo Dott. Gianfranco Purpura (autore della stessa) aveva già nel 1996 identificato e fotografato il relitto, commettendo però due errori, uno sulla posizione e uno, meno grave, sulla data di affondamento. Contattato da La Monica, il professore stesso confermava la possibilità dell’errore sulla posizione, raccontando del sopralluogo compiuto col fratello Alessandro, autore delle foto utilizzate per la lezione.

Ormai certi della posizione non rimaneva che effettuare il sopralluogo! L’istruttore La Monica, dopo aver consultato le previsioni meteo e pianificato viaggio e immersione, a fine aprile con un altro caro e comune amico e suo allievo, il sommozzatore Luca Ruberto, hanno verificato finalmente quanto ormai sembrava essere certo!

Il relitto, raggiunto direttamente dalla spiaggia, li aspettava, non adagiato sul fondo ma, come già sapevamo, faceva capolino dal fondale sabbioso a poca distanza dalla costa e a pochi metri di profondità.
Le perfette condizioni marine hanno permesso di effettuare riprese e fotografie eccezionali.

Completata la ricerca occorreva dare comunicazione alla Sovrintendenza del Mare e alla Capitaneria di Porto! Tutti gli uffici competenti sono stati prontamente informati affinché il relitto possa essere segnalato nelle carte nautiche e vengano effettuate tutte le procedure che lo tuteleranno“.

La storia e la descrizione della nave, i particolari e le immagini del “ritrovamento” saranno descritti giorno 9 agosto 2018 nella sala consiliare di Acquedolci, in occasione del 75° del suo affondamento, in un apposito convegno organizzato, col patrocinio del Comune, dalla Pro Loco e dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, di cui Ciro Artale è rispettivamente Presidente e vice presidente.

Giorni prima l’istruttore La Monica avrà l’onore e la soddisfazione di effettuare un sopralluogo con la Sovrintendenza del Mare e la Capitaneria di Porto.

Il ritrovamento e la successiva fruizione di un relitto così importante, insieme ad altre iniziative riguardanti la costa e i nostri fondali che avremo modo di illustrare con l’amico La Monica, potrebbero fare diventare Acquedolci e i comuni limitrofi mèta di turismo subacqueo e da diporto, specie in relazione al fatto che con il completamento dei porti di Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra, che si aggiungeranno a quello già operativo di Capo d’Orlando, la nostra costa potrà contare su circa 5000 posti barca.

Non ci rimane che dare appuntamento a tutti per il mese di agosto, con tanti altri ricordi e racconti per il 75° dell’Operazione Husky!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.