Da ricerche di SiciliAntica (un grazie a Nino Ravì per la segnalazione)
1777 – Expedition into Sicily di Richard Payne Knight
“At night we arrived at Aquadolce, a little Village, which takes its Name from a source of fresh Water in the sea about half a mile from the shore. The Village is maintained by this Spring, as the Fish come
constantly to it, & the Inhabitants are engaged in a Society to take & divide them. Directly above Aquadolce rises a high Mountain, on the top of which was the Ancient City of Aluntium, of which there are no remains. At the bottom of it towards the Sea, is a large Cave composed of the same Materials as that already mentioned near Cape Palinuro, except that one finds mixed with the bones & Gravel, Seashells & particles of calcined Matter. The bony petrifactions are also in much greater quantity, & appear, as I was told by the Paesants, in other parts of the Mountain. We walked into the Cavern about 100. Yards, where it became so rugged and narrow, that we could no go farther, but our Guide told us, that he had driven a Cat in, which came out at a Cavern on the other side of the Mountain, three miles distant.”
“Di notte giungemmo ad Acquedolci, un piccolo villaggio che prende il nome da una sorgente di acqua dolce nel mare a circa mezzo miglio dalla costa.
Il villaggio si mantiene grazie a questa fonte, poiché i pesci vi arrivano costantemente e gli abitanti hanno dato vita ad una società per pescarli e spartirli. Subito sopra Acquedolci si erge un’alta montagna, sulla cui sommità sorgeva l’antica città di Aluntium, della quale non ci sono più resti.
Ai piedi di essa, verso il mare, c’è una grande grotta fatta degli stessi materiali già menzionati vicino a Capo Palinuro, con la sola differenza che qui, mischiati alla ghiaia e alle ossa, è possibile trovare anche conchiglie e frammenti di materia calcinata. Le pietrificazioni di ossa sono anche in quantità molto maggiore e si trovano, come mi è stato detto dai contadini, anche in altre parti della montagna. Ci addentrammo nella caverna per circa novanta metri, dopodiché essa si fece talmente accidentata e stretta da impedirci di proseguire oltre, ma la nostra guida ci raccontò di aver spinto lì dentro
un gatto, che uscì poi da una caverna sull’altro versante della montagna, a tre miglia di distanza.”